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Zaki, Meloni: “Il nostro impegno continua”. Ma le opposizioni attaccano: “Il governo si faccia sentire. Tajani riferisca in Aula”

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L’opposizione incalza l’esecutivo, mentre da Palazzo Chigi arriva una nota con cui la premier Giorgia Meloni assicura: “Il nostro impegno per una soluzione positiva del caso di Patrick Zaki non è mai cessato, continua, abbiamo ancora fiducia”. La condanna a tre anni di carcere dell’attivista egiziano scuote la politica. Elly Schlein parla di “gravissima ingiustizia” e annuncia una mobilitazione “per riaffermare le ragioni del diritto e chiederne la liberazione”.

La segretaria dem tira in ballo l’esecutivo: chiama a riferire in Aula il ministro degli Esteri Antonio Tajani e chiede che l’Italia “si attivi” affinché il governo del Cairo conceda la grazia al giovane attivista. Stessa richiesta avanza dal M5S attraverso il capogruppo Francesco Silvestri: “Si tratta di un fatto gravissimo sul quale il ministro Tajani deve venire a riferire immediatamente per dirci quali saranno le prossime azioni del governo. Il nostro Paese non può accettare una condanna di questo tipo e ha il dovere di fare quanto in suo potere per evitare che un ragazzo, che ha subito già numerose e profonde ingiustizie, ne subisca delle altre”. 

L’accusa mossa nei confronti dell’esecutivo da un pezzo dell’opposizione è quella di non aver fatto abbastanza per scongiurare il verdetto giunto oggi dall’Egitto: tre anni di carcere. Di più: Laura Boldrini accusa la presidente del consiglio di avere “un debole per gli autocrati dell’altra sponda del Mediterraneo”. Il riferimento della deputata dem è ai rapporti tra la premier e il presidente egiziano Al Sisi. “Per Meloni e Tajani, che si sono fatti prendere in giro anche sul caso Regeni, è un affidabile interlocutore, per noi è un criminale con cui il nostro paese dovrebbe cessare ogni rapporto”, si accoda Elisabetta Piccolotti dell’Alleanza Verdi e Sinistra.  Angelo Bonelli chiede che l’Italia richiami l’ambasciatore dall’Egitto e rispolvera la mozione, votata in parlamento ormai due anni fa, con cui si chiedeva al governo di conferire la cittadinanza onoraria al giovane attivista. “Chiedemmo la cittadinanza italiana, ma non è stato fatto nulla”, insiste Filippo Sensi, deputato dem. 

Chiama in causa l’esecutivo anche Carlo Calanda. “Il governo – dice – deve intraprendere ogni iniziativa utile affinché in Egitto si vigili sul pieno rispetto della persona e dei diritti di Zaki”. Dal Terzo Polo interviene anche Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva, che esorta il governo a far sentire “forte e chiara al Cairo l’indignazione delle nostre istituzioni e dell’opinione pubblica italiana”. 

Zaki era entrato nel mirino delle autorità egiziane mentre stava frequentando un master all’Università di Bologna. Appresa la notizia della condanna, in città è stata subito convocata una manifestazione per chiedere la liberazione del giovane attivista; mentre il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini parla di “notizia terribile” e aggiunge:  “Ora più che mai continueremo a chiedere la sua liberazione, così che possa tornare a Bologna. Lo stesso faccia il governo, agendo con le autorità egiziane”. “Patrick non mollare, Bologna è con te”, commenta il sindaco Matteo Lepore, il quale assicura che, insieme all’Ateneo della città, intraprenderà “ogni iniziativa verso il governo italiano per richiederne la liberazione e il pieno rispetto dei suoi diritti in Egitto”. 

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